Nota biografica

 

Lucana di Melfi, architetto e pittrice, vive e lavora a Napoli.
Esprime da giovanissima l’interesse per l’arte, il disegno e la pittura.
Nel ‘79 prende parte alle prime “collettive” di pittura ottenendo premi e riconoscimenti.
In seguito resta lontana da partecipazioni ed esposizioni pubbliche ma continua la propria ricerca pittorica, svolgendo contemporaneamente l’attività  professionale di architetto.
Dopo una lunga assenza da manifestazioni pubbliche, nel 2004 riceve il “Premio della Critica” per la sezione fotografia ad un concorso internazionale.
Nel 2009 è tra i selezionati al concorso di pittura “Premio Internazionale Città di New York” ed espone alla collettiva di Torino.
Nel 2010 è selezionata al concorso di pittura “Premio Internazionale Tokyo” per l’esposizione alla collettiva di Bruxelles.
Nel 2011 l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” promuove due mostre personali della pittrice, all’interno di spazi espositivi nelle sedi del Rettorato di Palazzo Du Mesnil a Napoli e della Scuola Superiore per l’Alta Formazione a Procida (NA).
Le sue opere sono custodite in collezioni private.

 

Cenni Critici

Segni Significanti

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… L’opera, il quadro, è per la pittrice il campo nel quale giocano con pari competenza il ragionamento e la sua fisica concretizzazione, ottenuta per l’uso sapiente di colore, tela, disegno, liquidità o spessore della materia, composizione fatta di lontananze e meditati affollamenti.
In questo – nel quadro che è insieme calmo e teso, rigoroso e caldo, controllato eppure libero – per una gran parte il discorso lo fa l’energia, che l’esistenza statica della pittura non riduce ma anzi esalta e permette di cogliere con più attenzione; energia che è il confrontarsi di forze, di rapporti tra colori, linee, misure, direzioni.
L’energia che è evidentemente tutt’altra cosa che il dinamismo, generata da quel punto che spesso nelle sue tele si impone all’attenzione, sempre piccolo e discreto e scuro e forte.

Marco de Gemmis

 

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Il punto svolge ogni volta la stessa funzione. Sempre origine.
Primo tempo di un movimento che genera sottili e velate linee, superfici di colore o spesse materie. Ma esso non appare sempre nel suo aspetto riconoscibile, spesso emerge, nei dipinti più recenti, come “zona” di forza iniziale. Punto, linea, estensione o massa, pittura di segno o pittura di materia, si afferma sempre la volontà di mettere in moto le tensioni interne del segno. Linee di forza e direttrici determinano infatti relazioni e contrasti tra componenti in apparente reciproca negazione: spazialità chiusa e spazialità interrotta, e quindi aperta; punti e masse; distese del colore magro di impasto e spessore della materia; linee ora tese ora morbide; elementi fragili e di peso; ampie zone nude dove nulla accade, e altre in cui tutto si concentra.
Infine la composizione di tutte le forze placa le tensioni.
Quindi equilibrio e tensione o, diversamente, energia.

Marilena Galella

 

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Una pittura geometrica, una geometria artistica, una costruzione d’arte è quella di Marilena Galella che ripropone, nelle sue creazioni, il binomio della sua duplice professionalità: Pittrice ed Architetto.
Un senso del doppio che rivive anche nella bicromia, nella bivalenza cromatica del rosso, del bleu/nero, delle sue scelte di colore. Tratti rapidi ed essenziali, linee rette decise e scattanti che cedono in un insieme cubista. Blocchi squadrati che si sciolgono in forme curve e a onda, incisioni ragionate che danno conto di una rappresentazione visiva fortemente allusiva e simbolica.
… E’ un vortice di emozioni che annegano nel rosso dell’impasto delle tinte a miscelare la saldezza delle strutture e delle forme con la trasparenza delle atmosfere e la fragilità degli impianti. Una geometria di sagome e figure che si corrispondono ad incastro e giocano con i richiami memoriali della mente a rimuovere oblio e dimenticanza.
Una pittura raffinata ed elegante non priva di un citazionismo dotto. Quid pluris?
L’osservatore attento fa sue le proposte dell’autrice, le filtra attraverso le personali riflessioni e ne restituisce un quadro di rinvii rivitalizzato di segni e di parole.

Marianna Natale